Democrazia per sorteggio?

di Gaspare Polizzi

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  1. NuovaLeggeElettorale
     
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    Propongo di riflettere su due proposte recenti di democrazia partecipativa e di democrazia per sorteggio.

    Bisogna partire da un postulato, credo accettabile da tutti: i regimi democratici di massa sono strutture complesse e come tutti i sistemi complessi presentano dinamiche di massa che non si risolvono nella semplice somma dei comportamenti dei singoli. Una équipe composta da due fisici teorici (Alessandro Pluchino e Andrea Rapisarda), due economisti (Maurizio Caserta e Salvatore Spagano) e un sociologo (Cesare Garofalo), ha proposto in un libro dal titolo Democrazia a sorte. Ovvero la sorte della democrazia un modello di partecipazione democratica che utilizza parzialmente il sorteggio. È stato predisposto un modello semplificato di parlamento virtuale, simulato al computer, nel quale vi è una componente di deputati selezionati per sorteggio e non rieleggibili tra i cittadini disponibili, sia nella prospettiva, precedente al voto del 24 e 25 febbraio di un quadro bipolare, sia in quella attuale, distinta in tre forze principali (più una). Viene dimostrato che esiste un numero ottimale di deputati indipendenti dai partiti in grado di migliorare l’efficienza e la credibilità del parlamento, favorendo l'emanazione, in quantità e in qualità, di leggi funzionali al bene collettivo. Questi parlamentari potrebbero essere riconosciuti oggi come i rappresentanti del Movimento 5Stelle, ma una legge elettorale potrebbe prevederne la presenza formale prevedendo una percentuale (che può essere definita con parametri matematici) di eletti per sorteggio.

    In particolare è interessante come il modello funzioni anche per risolvere il problema della governabilità al Senato. In base alla nuova composizione del Senato tra i modelli sviluppati dagli studiosi risulta favorevole alla governabilità uno scenario senza alleanze. Tale possibilità appare a prima vista in contrasto con la percezione comune di scarsa governabilità di un Parlamento a maggioranza variabile, ma in realtà, se si riesce a superare lo scoglio della fiducia iniziale ad un Governo, questa soluzione restituisce al Parlamento la sua funzione di discutere e migliorare le leggi proposte. Il Movimento 5 Stelle sembra avere così un ruolo determinante per massimizzare l’efficienza del Senato. La sua efficacia è legata all’assenza di un baricentro fisso che ne influenzi collettivamente il voto: l’interazione con l’elettorato via web o l’assenza di vincolo di mandato per i senatori sono entrambe valide soluzioni per mantenere elevata l’efficienza del sistema.

    Sul tema del sorteggio, in chiave di democrazia partecipativa, si è soffermato anche il sociologo e politologo francese Yves Sintomer (Il potere al popolo. Giurie cittadine, sorteggio e democrazia partecipativa (Dedalo, Bari 2009). Sintomer legge l'introduzione del sorteggio come una possibile, parziale, soluzione alla degenerazione oligarchica della rappresentanza nei partiti politici, polarizzati sempre più spesso tra populismo e leadership carismatica, e sempre più indirizzati a quell'"odio della democrazia" denunciato da Etienne Balibar. L'introduzione di una parziale “democrazia a sorte” svolgerebbe una significativa funzione critica nei confronti della "democrazia di opinione", della democrazia del consenso mediatico e dei sondaggi che predomina il nostro panorama politico.
    In definitiva, a mio parere, una democrazia deliberativa, arricchita da procedure di sorteggio, potrebbe restituire spazio a una vera democrazia partecipativa (ben descritta da Antonio Floridia nel suo, La democrazia deliberativa. Teorie, processi e sistemi, Carocci 2012), unica concreta alternativa alla crisi profonda della democrazia rappresentativa in Italia, e forse anche nel mondo.
     
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  2. AndreaPecoraro
     
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    Articolo interessante. Sicuramente un meccanismo del genere aiuterebbe a rendere più "umana" un istituzione, quella del Parlamento, che dovrebbe essere dei cittadini ma che, nella realtà dei fatti, è dei "tecnici" della politica e degli "addetti ai lavori". Il MoVimento 5 Stelle ha creato proprio quest'effetto di "umanizzazione" delle istituzioni; in realtà meccanismi simili esistono, anche se in contesti molto diversi come nel Chiapas (regione poverissima del Messico guidata dai rivoluzionari del Ejercito Zapatista de Liberciòn Nacional), dove le cariche dei governi locali sono "a rotazione" fra tutti i cittadini che lo desiderano. Sarebbe probabilmente desiderabile accompagnare l'introduzione di un metodo "umanizzante", che permettesse un più diretto accesso dei cittadini al Parlamento (o ad altri organi di governo) con una serie di riforme costituzionali, per poter dare comunque equilibrio e senso a questa manovra.
     
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  3. Gaspare Polizzi
     
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    CITAZIONE (AndreaPecoraro @ 4/4/2013, 16:12) 
    Articolo interessante. Sicuramente un meccanismo del genere aiuterebbe a rendere più "umana" un istituzione, quella del Parlamento, che dovrebbe essere dei cittadini ma che, nella realtà dei fatti, è dei "tecnici" della politica e degli "addetti ai lavori". Il MoVimento 5 Stelle ha creato proprio quest'effetto di "umanizzazione" delle istituzioni; in realtà meccanismi simili esistono, anche se in contesti molto diversi come nel Chiapas (regione poverissima del Messico guidata dai rivoluzionari del Ejercito Zapatista de Liberciòn Nacional), dove le cariche dei governi locali sono "a rotazione" fra tutti i cittadini che lo desiderano. Sarebbe probabilmente desiderabile accompagnare l'introduzione di un metodo "umanizzante", che permettesse un più diretto accesso dei cittadini al Parlamento (o ad altri organi di governo) con una serie di riforme costituzionali, per poter dare comunque equilibrio e senso a questa manovra.


    sono d'accordo sull'aspetto 'umanizzante' dell'introduzione di una percentuale di eletti a sorte, ma c'è anche l'effetto positivo sulla governabilità, perchè, sulla base di teorie legate ai sistemi complessi, è accertato che la presenza di "non professionisti" aumenta, in qualunque settore, la percetuale delle scelte più favorevoli agli interessi collettivi.
    Gaspare Polizzi
     
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  4. AndreaPecoraro
     
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    Sarebbe interessante elaborare un modello concreto da sottoporre a test, e portarlo avanti come una effettiva proposta per una riforma costituzionale. Innovativo e rivoluzionario (rispetto alla tradizione dei parlamenti moderni europei) sulla carta, restano poi da vedere gli "incalcolabili" effetti pratici, come la corruttibilità degli estratti a sorte o la trasparenza dei meccanismi di estrazione. Effetti che comunque, vista la facilità con la quale ultimamente sono corruttibili i parlamentari dell'ultimo decennio, non dovrebbero essere così preoccupanti.
     
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  5. Gaspare Polizzi
     
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    Lasciando da parte quelli che chiami “gli incalcolabili effetti pratici”, purtroppo ben presenti già oggi, devo aggiungere che il modello c’è. I ricercatori che richiamo nel mio contributo hanno calcolato il numero ottimale di deputati indipendenti in proporzione al totale dei deputati e della percentuale di voti ottenuta dal partito di maggioranza rispetto a quelli di minoranza. Una volta stabilita questa percentuale, in base ai voti ottenuti si possono ripartire i deputati eletti nei partiti e il gruppo di deputati sorteggiati. Il numero cresce in funzione della crescita della percentuale relativa di voti del partito di maggioranza. Il concetto politico di fondo è: “più causalità, meno antipolitica”.
     
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  6. EdoardoAmato
     
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    Ma l'effetto pratico più evidente, cioè quello di portare in Parlamento personale politico non preparato, come viene risolto dallo studio?
     
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  7. Gaspare Polizzi
     
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    Il discorso di fondo sta nel riconoscimento ‘statistico’ che l’introduzione di variabili casuali (in questo caso il sorteggio) in una percentuale data e comunque relativamente bassa, migliora l’efficienza di strutture organizzate come il Parlamento, indirizzando, più facilmente di quanto non accada con la presenza di soli ‘professionisti’ della politica, verso l’interesse collettivo che non verso interessi personali o di gruppo. Questo principio varrebbe in tutte le strutture gerarchiche, nelle quali l’efficienza del sistema migliora se accanto alla più ampia promozione per merito si darà spazio a una piccola percentuale di scelte casuali.
     
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6 replies since 27/3/2013, 19:08   138 views
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